Sulla spinta di una rapida evoluzione tecnologica, la medicina sta andando incontro ad una trasformazione radicale che vede il malato oggetto di sempre più sofisticate indagini diagnostiche e di soluzioni terapeutiche che potremmo definire “sartoriali”. La medicina personalizzata consente un approccio molto preciso non più alla malattia in se, ma alla malattia di quello specifico paziente con quelle particolari caratteristiche, cioè a quello specifico fenotipo. È evidente che la base fondamentale del ragionamento diagnostico e delle conseguenti scelte terapeutiche è il corretto inquadramento delle pecurialità di ogni paziente. In ambito pneumologico la fibrosi cistica, l’asma grave e la fibrosi polmonare idiopatica rappresentano un esempio di quanto sia possibile “ritagliare” la terapia sulle caratteristiche del paziente. Dall’altra parte l’iperspecializzazione rischia di restringere la visione del paziente al singolo apparato, diventa quindi auspicabile il confronto tra specialisti in modo da condividere le conoscenze e da costruire una risposta terapeutica che sia frutto della visione d’insieme. Il confronto tra pneumologo e cardiologo è uno degli esempi che meglio rappresentano la necessità di condividere l’approccio al paziente: è noto infatti che cuore e polmone hanno in comune lo stesso spazio abitativo influenzandosi reciprocamente e che spesso gli effetti collaterali dei farmaci utilizzati per l’uno influenzano l’altro. Nelle malattie croniche lo stato infiammatorio che interessa cuore e polmone, attraverso il circolo sanguigno, viene condiviso con il resto dell’organismo estendendo la flogosi a tutto il sistema. In questa complessa macchina che è il corpo umano, nulla è isolato dal resto.
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